Sensibili al tema della violenza di genere, spesso Vi abbiamo citato la Convenzione di Istanbul del 2011, Trattato Europeo che ha posto norme di carattere internazionale sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, al quale anche l’Italia ha aderito.
Oggi con rammarico Vi diamo una brutta notizia: il Presidente della Turchia Erdogan, con decreto presidenziale, ha ritirato l’adesione della Turchia alla Convenzione, sottoscritta dal Parlamento turco all’unanimità nel 2012.
La Turchia era stata il primo Stato firmatario (seguito da 33 Paesi del Consiglio d’Europa, tra cui l’Italia) della Convenzione, unanimemente considerata la miglior tutela possibile, a livello sovranazionale, che le donne abbiano raggiunto in questi anni per difenderle dagli atti di violenza di genere.
Violenza che proprio in Turchia, ad oggi, raggiunge numeri impressionanti: una donna su tre ha subìto violenza sessuale; negli ultimi anni in Turchia sono stati raggiunti più di trecento femminicidi all’anno.
Se c’è un Paese europeo che ha bisogno dell’attuazione della Convenzione di Istanbul, è proprio la Turchia!
Ritirando la Convenzione sulla base del fatto che danneggerebbe l’unità familiare e incoraggerebbe il divorzio, la Turchia compie un grave passo indietro nella tutela dei diritti umani.
Anche noi, quindi, non possiamo che esprimere profonda preoccupazione per l’allontanamento della Turchia dalle libertà civili che i suoi cittadini continuano a ritenere inalienabili.
Scritto da avvocato Luisa Morelli