A tre anni dalla morte del grande Ettore Randazzo, eccellente Collega penalista siciliano che già vi abbiamo fatto conoscere di recente, questa volta vogliamo leggere con voi un breve passo tratto dal libro “Difendere”, che ci pare attualissimo in questo clima di desolante e dilagante populismo.
“… amore per la propria funzione, dignità per la propria toga, di giudice, di pubblico ministero, di avvocato.
Questi valori dobbiamo onorare.
Giustizia, ingiustizia, storie vere, umanità varia, generosità e crudeltà, saggezza e idiozia, irreprensibilità e illegalità.
Quante chiacchiere.
Cosa rimane, in conclusione, al di là delle intenzioni iniziali, di quello che in parte è diventato uno sfogo e in parte un inno forse irragionevole, se non visionario, eppure necessario alla Difesa?
Direi che rimane una convizione, che a pensarci bene, per non essere troppo ingenui dobbiamo ammettere che assomiglia ad una fede. E ciò non è affatto riduttivo. La convinzione, o se volete la fede, secondo cui non può esserci civiltà senza Giustizia, nè può immaginarsi una Giustizia, neppure primordiale e rozza, senza Difesa”.
Scritto da avvocato Luisa Morelli