Al governo della giustizia italiana è stata designata Marta Cartabia, Presidente emerita della Corte Costituzionale e fine giurista, cresciuta nel culto dei diritti delle persone e delle garanzie costituzionali, con una attenzione particolare al tema della pena e una profonda sensibilità per quello del carcere, che non dev’essere mai luogo di punizione e di vendetta ma sempre di ripartenza e rieducazione, un luogo ove chi ha sbagliato possa realizzare appieno quella riconciliazione richiesta dalla società civile.
Uno dei tratti che contraddistinguono il nuovo Ministro della Giustizia è la profonda conoscenza del diritto internazione e comparato.
Professoressa ordinaria di diritto costituzionale a Milano, è stata docente in diversi atenei europei, in Francia, Spagna, Germania, oltre che negli Stati Uniti.
Approda alla Corte Costituzionale nel 2011, non ancora cinquantenne, ma il suo nome entra nella storia l’11 dicembre 2019, quando viene eletta all’unanimità Presidente della Corte Costituzionale: è la prima donna nella storia a ricoprire quel ruolo.
Nei suoi interventi ha più volte sottolineato l’importanza di una giustizia dal volto umano, l’importanza di una profonda umanità nel giudicare, così come nell’applicazione della pena.
Così nel suo libro “Giustizia e mito” si legge: “Il giudizio giusto per eccellenza nasce da una profonda conoscenza della realtà e dell’animo umano. Il giudice giusto è quello che si dispone a comprendere con una ragione aperta, dalla quale soltanto può scaturire l’equità delle sue valutazioni”.
Siamo certi che Marta Cartabia sarà guidata da queste sue sagge parole, oltre che dal faro della Carta Costituzionale, nel difficile compito che è chiamata a svolgere.
Scritto da avvocato Luisa Morelli